All'ottimismo della sociologia "ufficiale" del Novecento, si opposero molti studiosi.
TEORIE DEL CONFLITTO= evidenziavano i conflitti interni alla società, che nessun ordine è in grado di eliminare. Chiedevano alla politica un impegno esplicito per la riduzione delle disuguaglianze e delle cause dei conflitti.
Gli aspetti conflittuali si manifestavano nel:
- carattere coercitivo di molte istituzini sociali;
- meccanismi più nascosti di manipolazione dell'esistenza personale;
Charles Wright Mills (1916-1962) fu uno dei principali sostenitori di questa teoria in America.
Sosteneva che il potere fosse nella mani dei politici, degli industriali e dei militari, che si spalleggiavano e influenzavano a vicenda.
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L'americano medio appariva come un soggetto manipolato da essi, privo di opinioni personali.
Si interrogò sui motivi della nascita di nuove figure professionali, che si collocavano tra gli operai e i proprietari delle imprese stesse. Indica questi individui come alienati, politicamente apaticci e sfruttati dal potere. Individuò due cause:
- affermazione della grande impresa;
- espansione dell'apparato sociale;
TEORIA CRITICA= fu la principale corrente sociologica opposta al funzionalismo, elaborata dalla Scuola di Francoforte.
Voleva essere una denuncia e un tentativo di cambiamento delle forme di dominio economico e politico di una parte della società su tutto il resto.
SOCIETÀ DI MASSA= fenomeno sociale caratteristico delle società industriali avanzate. Un sistema in cui vasti strati sociali possono accedere alle risorse economiche, politiche e culturali della nazione.
La Scuola di Francoforte voleva dimostrare come invece questo sistema fosse una forma di perpetuazione delle tradizionali forme di dominio della parte dei ricchi sulla maggioranza della popolazione.
Realizzarsi significava, non avere una vita piacevole, tempo libero, amicizie, interessi ma consumare e acquistare. Consumare di più consentiva di produrre di più, anche se di tale incremento si sarebbe avvantaggiato esclusivamente il sistema industriale capitalistico.
unica vera libertà → libertà di consumare → crescita delle disuguaglianze tra i pochi e i molti → coadiuvati da pubblicità e mass media.
Ralf Dahrendorf (1929-2009) fu un sociologo e politico tedesco, dimostrò che non era più possibile parlare di classe focalizzandosi solo sulla componente economica, ma era necessario rileggere il fenomeno a partire dalla questione dell'autorità.
Il conflitto nasce quando, nel contesto di un'autorità legittima, un sovraordinato, che cerca di mantenere la situazione invariata si scontra con un subordinato, che cerca di sovvertirla.
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il conflitto tra gruppi sociali non può essere superato
Borghesia e proletariato sono sempre più distaccati e differenti, le classi sociali mutuano continuamente.
A partire dagli anni Sessanta ci fu un rinnovamento del modo di affrontare fenomeni sociali.
società nel suo complesso→ fenomeni sociali macroscopici→ teorie macro
Si svilupparono tendenze accomunate da un'unica ascendenza alla corrente filosofica della fenomenologia.
FENOMENOLOGIA= insieme di dati empirici, che non tiene conto di un'interpretazione soggettiva.
fenomeni sociali microscopici→ interazioni tra individuo e individuo in piccoli gruppi→ ambiente particolare→ situazioni determinate→ teorie micro
Alfred Schütz (1899-1959) introdusse un atteggiamento fenomenologico nella sociologia.
Esso consiste nella convinzione che la realtà esterna a noi stessi (oggettiva), abbia rilevanza per la nostra vita non in se stessa (direttamente), ma solo in relazione al modo in cui noi interpretiamo le situazioni e di conseguenza al modo in cui facciamo esperienza di esse.
potere→ determinato dall'attribuzione
Da questo punto di vista, i fenomeni sociali vanno interpretati attraverso i vissuti individuali di chi vi prende parte.
esperienze→ lettura di una certa situazione
La "situazione biografica", in base alla quale ogni individuo dà un senso a ciò che gli accade in torno, é unica, quindi irripetibile é il senso che ciascuno dà alle situazioni della vita.
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SITUAZIONI COLLETTIVE= risultato delle molteplici interpretazioni che danno coloro che ne sono coinvolti.
Ogni nuova esperienza è per noi rilevante nella misura in cui si ricollega a esperienze passate. Quindi, apprendiamo cose e situazioni in base alla loro famigliarità rispetto a quelle esperienze pregresse.
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Ci formiamo un'idea del mondo sociale per tipi.
Quando identifichiamo una persona o una situazione come pertinente a un certo tipo, ci aspettiamo che essa segua determinati schemi di comportamento, che quella situazione si evolva in certi modi: li identifichiamo prima che come persone con una propria individualità, come rappresentanti di qualche tipo sociale.
È in base a queste tipizzazioni che ci formiamo delle aspettative sul comportamento altrui e moduliamo il nostro.
George Herbert Mead (1863-1931) fu uno dei principali membri della Scuola di Chicago, ritiene che nella realtà non esistano significati oggettivi ma che essi nascano fondalmentalmente dall'interpretazione dei fatti, che acquisisce senso per coloro che la vivono.
comprendere l'agire dei singoli→ considerarli all'interno di un contesto sociale
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Le situazioni acquisiscono significato in base all'interpretazione che ciascuno da di esse.
Ma questo significato ha una realtà oggettiva. Non è uno stato psichico puramente individuale, ma deriva dalle interazioni dell'individuo con gli altri individui.
Nell'atto visibile il significato interiore diviene manifesto e oggettivo.
i significati che i singoli attribuiscono alle situazioni→ formano la vita sociale→ nascono solo nel corso delle interazioni tra persone→ non nella mente individuale
Herbert Blumer (1900-1987) fu l'esponente principale della nuova corrente sociologia nata dalle considerazioni di Mead: l'interazionismo simbolico.
L'aggettivo "simbolico" sottolinea che rispetto al mondo animale, il mondo umano può essere consapevole dei significati che essi attribuiscono alle situazioni.
Con il linguaggio gli interlocutori entrano in rapporto reciproco con la precisa intenzione di capirsi, comunicare.
Riescono a intendersi perché convergono sull'interpretazione delle situazioni delle quali parlano e sui segni (simboli) che usano per parlarne.
linguaggio→ ci mette in grado di attribuire significato alle situazioni che già esistono→ immaginarie o future→ in cui non siamo coinvoliti
L'interazione tra esseri umani è dunque essenzialmente simbolica, cioè fondata sull'uso della comunicazione linguistica, tramite la quale si crea un "senso comune" della collettività.
Compito della sociologia è chiarire il modo in cui ciò accade: si scopre l'importanza per la società di fenomeni precedentemente trascurati dall'analisi sociologica.
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Lo spostamento dell'attenzione verso le relazioni interpersonali porta con sé un nuovo interesse per gli aspetti dei comportamenti di tutti i giorni.
Erving Goffman (1922-1982) sviluppa il modello drammaturgico.
Descrive la vita sociale come un palcoscenico su cui gli individui si muovono come attori che interpretano la propria parte.
Mette in luce come l'agire umano non sia sempre solo strumentale, ma sia il più delle volte ampiamente influenzato dal modo in cui l'individuo vuole apparire agli altri e dal modo che egli ritiene migliore per controllare le impressioni che desta negli altri. Anche l'azione strumentale non può non conformarsi quando è interattiva.
ISTITUZIONI SOCIALI= luoghi dove l'individuo risiede e lavora, per un periodo piuttosto lungo, senza poter disporre della libertà personale.
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processo di degradazione→ compromette la personalità fino a danneggiarla
Non sono le esigenze dell'individuo, ma quelle della struttura a determinare ciò che accade al suo interno.
Ci mostra come le istituzioni finiscano a volte per prevaricare sugli individui e imporre loro le proprie esigenze e regole.
Harold Garfinkel (1917-2011) fondò una delle correnti più radicali derivate dall'atteggiamento fenomenologico.
ETNOMETODOLOGIA= studia i modi in cui si svolgono le più banali interazioni quotidiane, con lo scopo di far emergere le implicazioni.
In ogni interazione il non detto è più del detto, ma il non detto deve essere noto a entrambi gli interlocutori perché l'interazione possa aver luogo.
Ciò implica che il significato delle situazioni finisce per essere il risultato di un bagaglio molto ampio di presupposti taciti che coloro che vi prendono parte danno per scontati.
Ad esempio l'appartenenza di genere: la maggior parte delle persone pensa di essere uomo o donna. Persino questa distinzione è frutto di condizionamenti sociali.
Garfinkel studiò il caso di Agnese. Una donna transessuale, tra le prime a sottoporsi a questo tipo di intervento chirurgico, nel 1959.
Anche Agnese, però, dava per scontato che solo due generi fossero "leciti". Perciò aveva adottato un tipo di comportamento identificato come femminile.
Avvicinandoci ai nostri giorni si può notare una rinascita della sociologia europea, che si sforza di comprendere gli aspetti caratteristici delle società attuali.
DEINDUSTRIALIZZAZIONE= (negli ultimi cinquant'anni l'industrializzazione del mondo occidentale si è definitivamente compiuta). Processo di riduzione dell'incidenza del lavoro di fabbrica a favore degli impieghi nelle attività dei servizi. Ha condotto alla nascita di un nuovo tipo di società, chiamata postindustriale.
GLOBALIZZAZIONE= vari eventi storici hanno prodotto a un indebolimento delle barriere tra Stati.
Nuovi contatti tra diverse culture hanno portato a una "crisi dei valori", una transizione verso una società più articolata e complessa.
A parere di Alain Touraine ciò che caratterizza questi decenni è l'avvento di un nuovo modo di produrre, in cui la tecnologia gioca un ruolo fondamentale.
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la società postindustriale produce principalmente informazione, flussi di notizie che circolano per il mondo
Informare, però, non significa comunicare, ma è la semplice trasmissione di una notizia. Comunicare implica uno scambio, del quale chi coinvolto possa avvantaggiarsene (natura relazionale).
Nella società postindustriale l'importanza maggiore è attribuita alla personalizzazione e alla soddisfazione del cliente. Si va incontro alle richieste del mercato, creare generi di consumo sempre differenti e rispondenti alle necessità degli individui.
informazione→ comunicazione→ soddisfazione dei bisogni
Jürgen Habermas fu l'erede più importante della teoria critica della Scuola di Francoforte, benché se ne discosti e introduca nella propria concezione elementi tratti dalla fenomenologia.
Nella sua visione i membri di una determinata società non si riconoscono per forza in una medesima cutura, in quanto educazione, provenienza etinica, stili di vita sono diversi.
Ciò non significa che nella tarda modernità non esistano più prospettive in comune, quanto piuttosto che la condisione rappresenta un punto di arrivo di uno sforzo collettivo (non un elemento che si può dare per scontato in partenza).
TEORIA DELL'AGIRE COMUNICATIVO= cerca di capire come costruire un terreno comune d'intesa. Scartare l'opzione di prevalere sugli altri utilizzando la violenza, per risolvere le questioni d'interesse collettivo bisogna ricorrere al dialogo (presupponendo intenzionalità comunicativa).
Due o più individui si pongono l'uno di fronte all'altro e si ascoltano a vicenda, intervenendo a turno per formulare rilievi, obiezioni e critiche.
Quando ciascuno parla, crede che le proprie affermazioni siano valide, tale pretesa si realizza a livello:
- oggettuale= l'identificazione delle cose e delle situazioni che ci circondano (es. forcina);
- soggettivo= la raggiunta di un accordo (es. situazione vissuta solo da una persona);
- intersoggettivo= consenso costruito intorno a norme e regole, possile sttraverso un'intesa razionale con gli altri;
Nella visione di Niklas Luhmann (1927-1998) l'individualità e la soggettività spariscono per far posto al sistema.
SISTEMA= realtà costituita da più elementi interdipendenti tra loro, i quali formano un tutto organico.
AMBIENTE= mondo esterno con cui il sistema si relaziona e scambia continuamente.
Sistema e ambiente sono concetti che si possono applicare a contesti e mondi diversi. Essi stringono tra loro una relazione che implica uno scambio continuo e un interminabile adattamento reciproco.
Quando ciò non si verifica, si cade nell'autoreferenzialità del sistema, cioè nella sua tendenza a chiudersi in se stesso e potrebbe condurlo alla dissoluzione.
Un sistema che funziona possiede la caratteristica dell'autoipotesi, ovvero la capacità di sostenersi e riprodursi. Esso resisterà nel tempo.
HABITUS= capacità di intendere istintivamente le regole vigenti in un dato contesto e di adattarvisi con naturalezza.
Si tratta di abitudini collettive che variano a seconda del gruppo sociale di appartenenza, che predispone l'individuo, inconsciamente, a svolgere determinate attività.
Influisce enormemente sui nostri comportamenti, e fa sì che taluni si trovino a loro agio più di altri in certe situazioni sociali, traendone profitto.
Esso condiziona il nostro stile di vita, struttura il nostro orientarci nel mondo e i nostri gusti.
SOCIETÀ POSTMODERNA= società contemporanea nella quale sembra verificarsi una rinascita del valore dell'esperienza individuale, per quanto possibile indipendente dalle rigidità della società classista e dai vincoli delle posizioni e dei ruoli.
La forza dei legami strumentali cede il passo a forme di coesione sociale più irrazionali. Di conseguenza, l'importanza del consumo prende il sopravvento sull'importanza della produzione.
La globalizzazione non può essere ridotta a questioni di natura meramente economica, ma è un fenomeno che colpisce tutti gli individui nelle varie sfere della loro vita.
Zygmunt Bauman parla di una società liquida, in cui la staticità di ruoli, istituzioni, strutture della modernità è stata soppiantata da una nuova fluidità.
Essa è caratterizzata da legami con gli altri più deboli, assenza di contatto personale e conoscenza diretta.
La modernità liquida ci rende più liberi di scegliere ma dobbiamo nel contempo rispondere delle nostre scelte.
Anthony Giddens, sociologo inglese, sostiene che quanto è successo in questi ultimi decenni non rappresenta uno stravolgimento totale rispetto al passato, perciò sarebbe più corretto parlare di "tarda modernità".
La globalizzazione può essere intesa come meccanismo di enfatizzazione della diseguaglianza, ma da anche luogo a un processo di decentramento del potere.
Per questo sono necessarie la presenza e l'intervento delle istituzioni tradizionali che andrebbero ripensate e non smantellate.
Ulrich Beck (1944-2015), sociologo tedesco, interpreta alcuni aspetti della società contemporanea attraverso la categoria del rischio.
RISCHIO= prodotto dell'attività umana e non l'esito di un disastro ambientale, non è immediatamente percepibile all'essere umano.
Secondo Beck, quanto più la società diventa complessa tanto più i rischi aumentano. Però, i gruppi sociali più svantaggiati sono altrettanto pericolosamente esposti, poiché non in grado di individuarli.
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